Ateneo
Tradizione e cambiamento al centro del Mediterraneo. L’Ateneo Messinese è stato, fin dalle proprie origini, un luogo privilegiato per gli scambi tra culture diverse.
Tradizione e cambiamento al centro del Mediterraneo. L’Ateneo Messinese è stato, fin dalle proprie origini, un luogo privilegiato per gli scambi tra culture diverse.
PRESENTAZIONE DELL'ATENEO
Tradizione e cambiamento al centro del Mediterraneo: l'Università di Messina si caratterizza da sempre per la qualità della ricerca e della didattica e per la propria vocazione internazionale. Fondata nel 1548 dal Pontefice Paolo III, l'Università di Messina è stata, fin dalle proprie origini, un luogo privilegiato per gli scambi tra culture diverse. Poco più di un secolo dopo, nel 1678, l'Ateneo è stato chiuso in seguito alla rivolta antispagnola. In questo periodo, l'Università costituiva l'espressione politico-culturale più rappresentativa della città di Messina e annoverava fra i suoi professori Giovanni Alfonso Borelli, Pietro Castelli, Giovan Battista Cortesi, Carlo Fracassati, Giacomo Gallo, Mario Giurba, Marcello Malpighi, Francesco Maurolico. L'Ateneo è stato poi rifondato nel 1838 dal re Ferdinando II e, a parte la breve chiusura a causa della rivolta antiborbonica del 1847, fino ai primi del Novecento è stato una fucina per grandi intellettuali come Pietro Bonfante, Leonardo Coviello, Vittorio Martinetti, Vittorio Emanuele Orlando, Giovanni Pascoli, Gaetano Salvemini. Il terremoto che ha devastato Messina nel 1908 ha distrutto gran parte delle strutture e delle attrezzature dell'Ateneo, oltre a causare le morte di molti professori e studenti. Già nel 1909 però la Facoltà di Giurisprudenza ha riaperto le proprie porte e negli anni successivi seguiranno il suo esempio anche le Facoltà di Lettere, Scienze, Farmacia e Medicina. Anno dopo anno, l'Ateneo ha riacquistato vitalità, riuscendo a superare brillantemente anche il periodo della ricostruzione dopo la seconda guerra mondiale, grazie all'apporto di Rettori illuminati come Gaetano Martino e Salvatore Pugliatti. L'Università di Messina propone oggi un'ampia offerta formativa, con numerosi corsi di laurea, sia triennali che specialistici, in grado di intercettare e rispondere adeguatamente alle richieste del mondo del lavoro. L'Ateneo è articolato in diversi poli, situati sia al centro che nelle periferie sud e nord della città, raggiungibili attraverso dei servizi di trasporto offerti dall'Università in accordo con aziende pubbliche e private. Nella zona sud della città è situato il Policlinico Universitario, sede della Facoltà di Medicina e Chirurgia. Nel centro cittadino sono invece dislocate le Facoltà di Giurisprudenza, Economia, Scienze Politiche, Scienze della Formazione. Infine, nella zona nord di Messina, le Facoltà di Ingegneria e di Scienze Matematiche, Fisiche e Naturali sono situate presso il Polo Papardo, mentre il Polo Annunziata è sede delle Facoltà di Lettere e Filosofia, Medicina Veterinaria e Farmacia. Proprio presso il Polo Annunziata si trova la Cittadella Universitaria Sportiva: un'area attrezzata con un'ampia palestra, campi di calcio, tennis, basket, volley, baseball e dove è possibile praticare le discipline legate al nuoto, grazie ad ampie piscine. Messina, città fondata dagli antichi greci intorno al 756 a.C., grazie alla propria posizione geografica al centro del Mediterraneo, è un luogo dove culture diverse si incontrano. La sua tradizione cosmopolita è portata avanti dall'Università, grazie alle molteplici opportunità offerte dai programmi internazionali in cui è inserita e di cui spesso è anche promotrice. La passione per la ricerca è infatti alla base dei numerosi accordi con le università di tutto il mondo. L'Ateneo messinese promuove, mantiene e sviluppa intensi rapporti di collaborazione con università estere, tanto che il processo di internazionalizzazione è divenuto un aspetto strategico negli ambiti della ricerca, della didattica e della mobilità di docenti, ricercatori e studenti. In tal senso, gli organi accademici hanno stretto accordi con più di quaranta atenei stranieri, in un grande circuito internazionale. L'Università di Messina dialoga con il Medio Oriente, come dimostra la convenzione firmata con il Patriarcato di Gerusalemme, con un occhio rivolto verso l'Africa (Marocco, Tunisia e Congo), i paesi dell'Europa mediterranea (come Spagna e Francia), dell'Est europeo (Ucraina, Polonia, Russia, Romania), degli Stati Uniti e dell'America centrale e meridionale (Messico, Cuba, Perù, Brasile). Una vocazione internazionale che risulta decisiva per chi da sempre diffonde una cultura senza frontiere.
LA STORIA DELL'ATENEO
Quantunque la città dello Stretto possa vantare un'antica tradizione culturale e d'insegnamento legata all'esistenza, sul finire del XIII secolo di una scuola di diritto e, nel secolo XV, di una rinomata scuola di greco, la locale Studiorum Universitas è formalmente istituita dal Pontefice Paolo III nel novembre 1548. Il regolare funzionamento dell'Ateneo è però paralizzato dalle controversie nel frattempo sorte con i gesuiti, ai quali non si vuole lasciare il controllo dell'istituzione, nonché con la vicina Catania, che rivendica il monopolio sugli studi universitari nell'isola. E' così che solo nel 1596 essa può concretamente iniziare le sue attività. E' l'inizio di una breve quanto intensa esistenza conclusasi nel 1678, quando l'Ateneo è chiuso in seguito alla rivolta antispagnola. Durante questi anni l'Università messinese, che appare organicamente legata alla città, costituendone l'espressione politico-culturale più rappresentativa, tocca livelli assai prestigiosi, annoverando fra i suoi professori Giovanni Alfonso Borelli, Pietro Castelli, Giovan Battista Cortesi, Carlo Fracassati, Giacomo Gallo, Mario Giurba, Marcello Malpighi, Francesco Maurolico. Dopo un lungo periodo di silenzio, durante il quale gli studi superiori venivano impartiti nella locale Accademia Carolina, l'Ateneo è rifondato nel 1838 dal re Ferdinando II.
Nel 1847, in seguito alla sollevazione antiborbonica della città, esso viene ancora una volta chiuso, per essere riaperto due anni dopo, ma con la limitazione di non potere immatricolare studenti calabresi o provenienti da altre province siciliane. Un provvedimento assai grave se si tiene conto della composizione dell'utenza studentesca dell'Ateneo. Nel 1862 l'Università di Messina subisce il declassamento ad Ateneo di seconda classe e, solo grazie ad una convenzione promossa dalla Provincia, dal Comune e dalla Camera di Commercio ed Arti, nel 1885 può assumere la qualifica di "pareggiata di I° grado". Gli studenti, in buona parte provenienti dalla vicina Calabria, non sono molto numerosi e negli anni dal 1890 al 1908 si ha una media di iscritti che oscilla fra le 650 e le 700 unità. Nell'Università sono presenti numerosi illustri maestri quali Pietro Bonfante, Leonardo Coviello, Vittorio Martinetti, Vittorio Emanuele Orlando, Giovanni Pascoli, Gaetano Salvemini, pur se, come annota un autorevole e imparziale osservatore, parecchi di loro "sentono ardente desiderio di abbandonare al più presto questo Ateneo, ove ogni proficuo e serio lavoro scientifico è reso molto difficile" per mancanza di mezzi e attrezzature. Il sisma del 1908 fa precipitare la situazione. Sotto le macerie restano ben 14 dei 49 professori, mentre le biblioteche e le attrezzature scientifiche sono in gran parte distrutte. Un'occasione che ad alcuni sembra opportuna per sopprimere l'Università peloritana, ritenuta inutile e antieconomica, e istituire al suo posto scuole superiori professionali o di commercio. Il dibattito è assai vivace e si protrae anche dopo l'ottobre del 1909, quando è riaperta la Facoltà di Giurisprudenza.
La ripresa è rapida e il Rettore Giovanni Maria Rizzo, inaugurando l'anno accademico 1911-12, può comunicare con "ragione di compiacimento e di legittimo orgoglio" che, nonostante la precarietà delle strutture, i corsi sono regolari e risultano immatricolati ben 219 studenti di cui 190 a Giurisprudenza e 29 a Lettere. Nel 1914/15 si riaprono, non senza polemiche, i bienni delle Facoltà di Scienze, Farmacia e Medicina. Nel 1919/20, grazie a un intervento delle istituzioni locali, che deliberano la costituzione di un consorzio per la gestione dell'Ospedale Civico in cui trovano sede provvisoria le cliniche, anche Medicina può completare i suoi corsi. A questa data l'Università di Messina, con 1221 studenti, di cui 508 originari del capoluogo della provincia e 713 provenienti dalle altre province siciliane e dalla Calabria, dimostra di avere recuperato la sua vitalità riproponendosi decisamente come l'Ateneo dell'area dello Stretto. Tocca al Rettore Rizzo, nel 1922, l'incombenza di scongiurare la ventilata fusione delle Università di Messina e Catania prospettata dal regime fascista. Ma ormai le strutture dell'Ateneo peloritano appaiono consolidate e l'istituzione si avvia a ricoprire un ruolo non secondario nelle vicende culturali del Paese, riuscendo anche a superare felicemente, con i rettorati di Gaetano Martino e Salvatore Pugliatti, il difficile momento della ricostruzione postbellica.
A cura del Dipartimento di Storia e Comparazione degli Ordinamenti Giuridici e Politici dell'Università di Messina.
I RETTORI DELL'UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI MESSINA
2013 - in carica Pietro Navarra
2004 - 2013 Francesco Tomasello
1998 - 2004 Gaetano Silvestri
1995 - 1998 Diego Cuzzocrea
1983 - 1995 Guglielmo Stagno d'Alcontres
1975 - 1983 Gaetano Livrea
1957 - 1975 Salvatore Pugliatti
1943 - 1954 Gaetano Martino
1940 - 1943 Salvatore Sgrosso
1939 - 1940 Salvatore Maggiore
1935 - 1939 Gaetano Vinci
1932 - 1935 Emanuele Oliveri
1928 - 1932 Gaetano Vinci
1911 - 1928 Giovanni Battista Rizzo
1909 - 1911 Giuseppe Oliva
1900 - 1908 Vittorio Martinetti
1896 - 1897 Giacomo Macrì
1895 - 1896 Ettore Stampini
1893 - 1894 Giuseppe Fraccaroli
1891 - 1893 Gianantonio Maggi
1884 - 1891 Giuseppe Oliva